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MANIFESTO E F.A.Q. UFFICIALI DI
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IT.ARTI.MUSICA.STRUMENTI.TASTIERE
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revisione 0.8.1 - 5/8/2002
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a cura di diversi partecipanti di it.arti.musica.strumenti.tastiere
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l'ultimo aggiornamento e' sempre disponibile all'indirizzo:
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Manifesto del NG:
Il gruppo dovrà trattare di tutto ciò che riguarda le tastiere elettroniche e i sintetizzatori musicali di varie marche e modelli. Sarà possibile discutere sui nuovi modelli usciti, sulle svariate e nascoste funzioni delle tastiere, su expanders e anche sugli utilissimi programmi per comporre musica utilizzando il collegamento via MIDI tra tastiere elettroniche e computers.
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Il gruppo NON si intende moderato.
IAMST è un Newsgroup non moderato. Si confida nel buon senso delle persone e nella loro buona educazione, affinchè la discussione si mantenga sempre corretta. Sono considerati Off-Topics (OT) e perciò non graditi: 1) Tutti i messaggi che non riguardano il topic del ?NewsGroup 2) Tutti i messaggi di SPAM, ovvero le catene di S.Antonio, i messaggi
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3) I cosiddetti FLAME, ovvero quelle discussioni che sfociano in insulti
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di vario genere.
4) I messaggi di compravendita se postati da professionisti
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o aziende del settore
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Licenza e Disclaimer Le informazioni qui contenute sono collettivamente tutelate in base ai diritti degli autori. E' comunque dato il diritto di riprodurre questo documento, parzialmente, totalmente o all'interno di altri documenti, purche' non sia modificato e siano riportate per intero il Testo di Copertina
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MANIFESTO E F.A.Q. UFFICIALI DI
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IT.ARTI.MUSICA.STRUMENTI.TASTIERE
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revisione 0.8.1 - 5/8/2002
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a cura di diversi partecipanti di it.arti.musica.strumenti.tastiere
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il disclaimer e questa licenza. Comunque, gli autori proibiscono esplicitamente di vendere o utilizzare per scopi commerciali o di editoria commerciale questo documento, qualunque sua parte, o qualunque documento che contenga parti di questo documento
Gli autori non si assumono NESSUNA responsabilita` per eventuali errori o inesattezze che possano essere presenti. Questo documento, inoltre, deve essere considerato frutto delle opinioni personali degli autori e NON una enunciazione di dogmi assoluti. Non si intende violare alcun copyright. Tutti i marchi sono dei rispettivi proprietari. =================================================
FAQ
1) Cosa sono le FAQ? 2) Quale tastiera e' piu' adatta alle mie esigenze?
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2a) Arranger 2b) Sintetizzatore 2c) Workstation 2d) Piano digitale 2e) In tutti i casi
3) Come verifico le condizioni di una tastiera usata?
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3a) Tastiere digitali 3b)Tastiere analogiche
4) Vorrei comprarmi una masterkeyboard... 5) Quale tastiera portatile? 6) Cos'è un Soft Synth? 7) Cos'è il MIDI?
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7a) Che vantaggi puo` ricevere un tastierista dall'uso del MIDI? 7b) Che sono i canali MIDI? 7c) Come si usano le porte MIDI IN, OUT e THRU? 7d) Devo usare la porta MIDI OUT o quella THRU? 7e) La mia tastiera non e` dotata di porta MIDI THRU. Che fare? 7f) Cos'e` il MIDI IMPLEMENTATION CHART? 7g) Cos'e` l'Active Sensing? 7h) Dove posso trovare ulteriori informazioni sul MIDI?
8) Quali sono i principali tipi di sintesi?
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8a) Gli analogici 8b) Le tecniche di sintesi
9) Ma il synth emula gli strumenti reali? 10) Come collego la tastiera al PC? 11) Cerco libri/metodi sulla creazione di suoni 12) Cerco libri/metodi per iniziare a suonare la tastiera
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12a) Metodi per tastieristi 12b) Metodi per il musicista
13) Cerco libri/metodi sulla programmazione MIDI 14) Quali riviste parlano di tastiere? 15) Dove posso trovare suoni/patch/programmi per la mia tastiera? 16) Vorrei ascoltare le "leggende della tastiera"; da chi inizio?
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16a) Rock/Progressive 16b) Elettronica 16c) Classico rifatto col Synth 16d) Jazz 16e) Altro / Non catalogato
Appendice A) Glossario dei termini tecnici più usati Appendice LINKS Appendice C) Norme base sull'uso dei ?NewsGroup
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C1) La metafora del BAR C2) HTML e Testo C3) Quoting
Appendice D) Quegli strani simboli
1) Cosa sono le FAQ?
FAQ, o meglio, F.A.Q. sta per Frequently Asked Question, ovvero le domande più frequentemente poste su questo NG. Le FAQ sono state fatte per rispondere alle esigenze più comuni dei frequentatori di questo NG dove sono postate ogni 15 giorni. Scopo di questa FAQ è anche di dare una "base comune" da cui far partire ogni discussione sul ?NewsGroup. Se volete aggiungere qualcosa, contestare qualche risposta, o semplicemente dire la vostra al riguardo, non dovete fare altro che rispondere a questo post e sarete sicuramente presi in considerazione.
2) Quale tastiera e' piu' adatta alle mie esigenze?
2a) Arranger
Se ti serve un prodotto che offra, mentre suoni, un accompagnamento, allora questo potrebbe essere il prodotto giusto per te. A seconda del modello (e del prezzo), un arranger può offrire varie aggiunte, oltre all'orchestra che ti accompagna. Innanzitutto un composer (o recorder) per creare degli accompagnamenti personalizzati (generalmente chiamati "Styles") . Puoi trovare anche un sequencer per crearti delle composizioni complete (e qui si definiscono "Workstation Arranger"), un piccolo editor per modificare qualche parametro dei suoni e un'amplificazione interna che ti consente un minimo di indipendenza. Nei modelli più recenti, puoi trovare anche degli ingressi per microfono e degli effetti dedicati alla voce, eventuali Hard Disk per immagazzinare un maggior numero di dati da portarti dietro e la compatibilità con lo Standard General Midi (per caricare Basi Midifile compatibili) ed il formato Karaoke (che ti consente di visualizzare il testo delle basi sul display della tastiera). In modelli di fascia alta, si può trovare anche un modulo di campionamento che consente di aumentare le capacità timbriche della tastiera, inserendo dei suoni personalizzati o scaricati da librerie esistenti; oppure di creare degli styles con campionamenti per es. vocali.
I parametri fondamentali da valutare prima dell'acquisto di un arranger sono quindi: - Possiblita' di personalizzazione degli sstyles - Eventuale presenza di un sequencer - Possiblita' di editing dei suoni - Presenza di ingressi audio - Presenza di hard disk interni o di Zip - Eventuali capacita' di campionamento
2b) Sintetizzatore
Il sintetizzatore è una macchina che può creare suoni (o rumori) tramite una circuitazione elettrica, elettronica o digitale. La sintesi è la possibilità di creare dei suoni partendo da una forma d'onda sommando, sottraendo... fino ad ottenere un timbro completo. Dopo un certo periodo di eclisse (colpa anche dei gusti del pubblico), da qualche anno vivono di nuova linfa grazie anche a nuovi tipi di sintesi come, ad esempio, quella a modelli fisici. Valutando un synth bisogna anche mettere in conto il discorso polifonia, ovvero quante note si riescono ad eseguire contemporaneamente. A seconda di quanto la sintesi "consuma" a livello di calcolo nella macchina, la polifonia può essere limitata a poche note. Oppure ampliata con schede aggiuntive. Sulla scelta al momento dell'acquisto, conta molto il tuo gusto personale, ascoltando lo strumento. Puoi trovare synth che emulano strumenti vintage (modelli fisici appunto), oppure modelli che combinano campionamenti alla sintesi, modelli in sintesi additiva / sottrattiva, modelli in sintesi FM, in sintesi vettoriale, ecc..ecc.... Normalmente un synth offre diversi controlli in tempo reale per editare e modificare i suoni anche durante un'esecuzione. I timbri editati (o creati ex novo) possono a volte essere salvati su Floppy Disk oppure su Card.
I parametri fondamentali da valutare prima dell'acquisto di un sintetizzatore sono quindi: - Tipi di sintesi messi a disposizione - Polifonia - Quantita' e tipo dei controlli "in tempoo reale"
2c) Workstation
Come dice la parola stessa, sono praticamente delle piccole stazioni di lavoro che consentono di creare un brano completo sfruttando esclusivamente i suoni provenienti della tastiera. Di solito offrono un supporto su Floppy disk (per registrare le proprie composizioni) e, in qualche tastiera di fascia alta, supporti un po' più capienti come ad es. gli Zip. Supportano, la maggior parte delle volte, lo Standard GM , per una piena compatibilità con le basi Midifile in commercio. Ci sono modelli che, oltre a una piccola sezione di sintesi o ai banchi suoni già preparati dalla Casa, offrono una sezione di campionamento per aggiungere alle tue composizioni eventuali Loop o parti registrate. Certi modelli possono prevedere espansioni di memoria per aumentare (tramite Card o campionamenti), le capacità timbriche dello strumento. In altri casi, si possono trovare degli slot per inserire schede ed ampliare le capacità di sintesi dello strumento.
I parametri fondamentali da valutare prima dell'acquisto di una workstation sono quindi: - Compatibilita' General Midi - Capacita' del sequencer - Possiblita' di editing dei suoni - Possiblita' di espansione - Eventuali caratteristiche di master keybboard
2d) Piano digitale
Molto utile quando si desidera suonare in casa senza disturbare il vicinato! Scherzi a parte, molti cercano ultimamente un buon suono di piano senza tanti "fronzoli" (o accessori inutili) Oggi si può avere un piano digitale con un'ottima riproduzione di pianoforte. L'unico limite è il gusto personale....(In pratica, conviene ascoltarli per capire quale suono ci aggrada di più e, possibilmente, testare il più a lungo possibile la tastiera per capire se fa al caso nostro come tocco.) Si possono trovare con amplificazione interna (adatti appunto, ad un uso casalingo), oppure denominati "Stage Piano". (In pratica, una variante senza amplificazione e mobile, adatta per il trasporto ed un uso dal vivo.)
I parametri fondamentali da valutare prima dell'acquisto di un piano digitale sono quindi: - Il suono - La tastiera - Eventuale peso ingombro nel caso di stagge piano
2e) In tutti i casi
Ci sono altri modelli di tastiere....(ad es. le Master Keyboard, oppure quelle a tracolla....) Per questi modelli ti invito a leggere le successive FAQ, dove, forse, troverai notizie interessanti.
Inoltre ricorda: vale sempre il discorso di provare approfonditamente uno strumento prima di acquistarlo!
Musicland e Gerolamo
3) Come verifico le condizioni di una tastiera usata?
Quando si acquista una tastiera usata e sempre bene assicurarsi dell'integrità di ciò che si sta comprando. Per questo proponiamo una serie di cose da fare prima dell'acquisto:
3a) Tastiere digitali
- Accendi la tastiera - Verifica gli output a vari volumi. Veriffica che, a massimo volume
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e suonando un accordo pieno, non ci siano distorsioni evidenti o crepitii. Assicurati che non si sentano fruscii forti, soprattutto, se presenti, che siano stabili e non intermittenti o con uno spettro variabile.
- Utilizzando un preset (in questo caso seensibile alla dinamica)
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verifica il funzionamento *di ogni singolo tasto*; Fai la stessa cosa per pitch wheel e modulation wheel.
- Se è presente qualcosa di alfanumerico ((display o simili), verifica
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se, premendo lievemente sul medesimo (se protetto) o nelle immediate vicinanze, questo si spegne o sfarfalla.
- Verifica il corretto funzionamento di tuutti gli switch e di tutti i
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potenziometri che vedi.
- Fai una carrellata dei preset disponibilli e, se esiste la
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possibilità, edita una patch. Prova a salvarla e verifica la memoria.
- Fai un rapido test midi. Portati dietro se puoi almeno un piccolo
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expander per verificare il midi in uscita.
- Spegni e riaccendi la macchina diverse vvolte, con qualche secondo
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di intervallo. Assicurati che non si verificano power on balzani (blocchi, sfarfallii, etc...)
- A questo punto la tastiera sarà stata acccesa una mezz'ora buona,
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che per un apparecchio digitale può anche essere abbastanza.
- Verifica la solidità dell'assemblaggio: soprattutto se la struttura
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è del tipo metallico con viti, una tastiera maltrattata si può allentare; di conseguenza le schede all'interno si possono flettere. Comunque se hai fatto le verifiche di prima non dovrebbe essere successo niente. Al limite userai un cacciavite.
- Non è mai possibile ma... dacci un'occhiiata dentro.
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Altrimenti guarda le giunture all'esterno per vedere se ci sono punti di ruggine, esattamente come faresti con un'auto. Se ne trovi, esigi di dare un'occhiata dentro.
Queste sono cose scontate, altre dipendono dal particolare tipo di tastiera, come verificare il funzionamento di eventuali altri controller, floppy, hard disk, connessioni con l'esterno, ecc...
3b) Tastiere analogiche
E' importante notare che, nei vecchi synth analogici, il fatto che questi si accendano e suonino non è affatto garanzia che siano integri in ogni loro parte. Infatti, poiché il segnale viene modificato successivamente da diversi circuiti in catena (semplificando), anche se uno o più di questi componenti non funzionano, solo in alcuni casi il synth non produrrà alcun suono. Questo è particolarmente rilevante nel caso dei synth polifonici, che in effetti contengono fisicamente più moduli monofonici, per questo motivo se in un synth a 8 voci non dovesse funzionare, ad esempio, la sesta voce (del tutto o in parte), a seconda della modalità di assegnazione delle voci potrebbe essere impossibile accorgersi del difetto suonando semplicemente accordi di quattro o cinque note. Il principio da seguire è semplice: considerare comunque lo strumento come composto da più MODULI, quindi procedere alla verifica dei medesimi uno per uno (Con degli artifizi).
Innanzi tutto è importante reperire tutte le informazioni disponibili sul synth che si deve visionare. E' indispensabile avere una conoscenza minima di caratteristiche tecniche quali: numero degli oscillatori per voce, numero delle voci, numero e tipo dei filtri, numero e caratteristiche degli inviluppi e degli LFO. E' molto utile avere familiarità con il layout (la disposizione dei comandi) del synth; vedere qualche immagine fa risparmiare un sacco di tempo utile.
Ecco quindi alcuni test base per verificare il corretto funzionamento di tutti i moduli:
Verifica degli oscillatori. Predisporre quello che si può considerare il suono base: - filtro cutoff completamente aperto - resonance a zero - filtro e VCA completamente controllati dda un ADSR così disposto
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A=0 D=0 S=MAX R=0
- nessun altro modulatore attivo. In questo modo si dovrebbero sentire le forme d'onda degli oscillatori così come sono. Se gli oscillatori sono due o più selezionarne uno per volta e passare in rassegna le diverse forme d'onda disponibili per ogni VCO. E' normale che le forme d'onda triangolari e sinusoidali vengano avvertite come a un volume più basso rispetto a square pulse o saw.
Tenendo un tasto premuto, il suono deve essere continuo e costante, senza alterazioni armoniche o di intonazione o di volume rilevanti (tuttavia un poco ci devono solleticare l'orecchio, altrimenti perché staremmo qui a parlare di analogico??). Se non è così, verificate di aver effettivamente programmato la patch come sopra detto, con nessun modificatore attivo.
Verificare quindi l'intonazione su tutta la tastiera: il do più basso e quello più alto devono essere entrambi intonati. Verificare l'intonazione ad orecchio di una scala cromatica.
Questi test sono finalizzati soprattutto a verificare che l'oscillatore risponda correttamente al cv che riceve dalla tastiera, eventuali anomalie potrebbero comunque derivare dalla tastiera stessa.
Agire quindi sulle manopole (o sliders o switch) che regolano il pitch (accordatura), coarse e fine. L'oscillatore deve suonare bene ed essere intonato (praticamente il test di prima) sia sulle frequenze più basse che su quelle più alte.
Verifica dei filtro (passa-basso): Partendo dalla patch di base, tenere una nota premuta e agire sul controllo del cutoff del filtro: si deve sentire passare dal suono arrabbiato dell'oscillatore (messo su saw o square) a un suono progressivamente più dolce per arrivare alla pura fondamentale (in pratica un'onda sinusoidale, simile al suono di flauto) ed infine al silenzio. Tenendo il cutoff in una posizione intermedia, alzare il livello di resonance. Il suono apparirà progressivamente più brillante fino a sentire (se il filtro è auto oscillante) il sovrapporsi di un suono simile a un fischio sull'impostazione massima. In alcuni filtri le impostazioni massime di resonance producono un effetto simile ad una distorsione. Ovviamente questi sono gli effetti che ci si aspetta da un filtro lowpass (passa-basso), ma potremmo incontrare filtri bandpass, hipass o multimode (un filtro con tutte queste modalità).
Enrico Campus (kripto)
4) Vorrei comprarmi una masterkeyboard
La Master Keyboard è una tastiera votata esclusivamente alla trasmissione e alla gestione dei dati MIDI, senza alcun generatore sonoro incorporato (in verità alcune possiedono delle schede di espansione installabili). Consentono di controllare un certo numero di expander, suonandoli dalla master keyboard stessa. E' possibile così dilazionare nel tempo la spesa per il proprio setup e aggiornare i moduli sonori mantenendo la stessa tastiera di controllo. Ci sono modelli progettati per un utilizzo col computer per programmare MIDI file, come altri più costosi adatti all'uso dal vivo.
I parametri da considerare per la scelta della propria master sono:
- La tastiera: va delle 3-4 ottave a pesaatura leggera fino agli
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88 tasti pesati tipo pianoforte. Va scelta in funzione di abitudini, peso ed ingombro. Controllare la presenza di risposta alla dinamica (il modulo suona più piano se si pesta più piano sui tasti), all'aftertouch, e la possibilità di impostare varie curve di risposta alla dinamica ed all'aftertouch.
- Il numero di canali MIDI indipendenti ggestibili, e quindi il numero
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di porte MIDI Out INDIPENDENTI. Ad esso è legato il numero di expander controllabili in modo indipendente. Si va da 16 fino anche a 128 canali indipendenti.
- Il numero di zone in cui è possibile diividere la tastiera, che
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vincola il numero di canali midi su cui poter trasmettere simultaneamente. In genere si va da 2 a 8 zone.
- I controlli disponibili: le rotelle (o il "timone") per Pitch Bend
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e Modulation, la presenza di ribbon controller, di cursori programmabili, di presa per il breath controller, il numero di pedali collegabili, ecc.
- Il numero di configurazioni memorizzabiili e la possibilità di
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salvarli su supporti removibili (card, PC via sistema esclusivo, floppy).
- La possibilità di memorizzare concatenaamenti (chain) di
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configurazioni, richiamabili in sequenza da pedale senza impostare il numero ogni volta. La cosa è utilissima per uso live.
- Il numero e la gestione dei MIDI IN (fuunzioni di patch bay, ovvero
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possibilità di miscelare e reindirizzare dati midi provenienti da altre tastiere o sequencer: nei casi più sofisticati è permessa la gestione di tutto il proprio parco tastiere).
- L'interfaccia utente: quella delle mastter più sofisticate deve
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essere comoda, per evitare esaurimenti nervosi. Se poi è in dotazione o è reperibile un software per computer per la programmazione dei set, tanto meglio.
- La possibilità di aggiornare il sistemaa operativo per inserire
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nuove funzioni nella master.
- La possibilità di inserire schede di esspansione con generatore
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sonoro, utili per evitare di portarsi appresso mostruosi rack di moduli per suonare semplicemente con gli amici o studiare.
Alessandro Zabatta
5) Quale tastiera portatile?
- La piu' diffusa e' probabilmente la Rolaand AX1:
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45 tasti, tastiera dinamica, e soprattutto il comodissimo ribbon controller 32 patch memorizzabili, solo midi out
- Roland AX-7: come la ax1, ma con nuovo ddesign, 128 patch,
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midi in e 5 controllers
- Yamaha KX5: Mini master Keyboard, 3 ottaave di minitasti,
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32 program change, ingresso per Breath controller. Era in listino ancora qualche anno fa, costava nuova qualcosa come 1 milionata e mezzo! (di listino s'intende...)
- Yamaha DX100: Orientato più al Sinth chee al discorso master,
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offriva la generazione sonora della serie DX21/27. Minitasti, ingresso per il Breath, 4 banchi da 16 locazioni (quindi 64 program change). Sul mercato dell'usato adesso può essere un'alternativa a quelli citati sopra.
- Korg Poly800: Synth polifonico a 8 note con tastiera di 4 ottave.
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Non pensato per un uso "a tracolla", puo' pero' facilmente essere adattato allo scopo. Ha anche un piccolo sequencer a step.
- Roland SH100: Tastiera a tracolla "vintaage". Prevedeva l'aggancio
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a tracolla e un manico per la mano sinistra. Inoltre e' capace di linee di basso interessanti.
- Kaway KC10 (Spectra): 5 ottave, dinamicaa molto ben implementata,
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leggerissima, con i pioli per l'attacco a tracolla. Una delle tastiere piu` leggere, dai suoni inutili, ma che si solleva con il mignolo.
Musicland, Gerolamo, Steeve & Sandro Binetti
6) Cos'è un Soft Synth?
Un sintetizzatore software e` un programma che consente di utilizzare un PC provvisto di uscita AUDIO come un "comune" sintetizzatore. Per comprendere il principio di funzionamento di un soft synth occorre analizzare come, da un punto di vista architetturale, funziona un sintetizzatore hardware digitale. L'elettronica digitale degli ultimi vent'anni si basa su di un principio di massima, comunemente accettato e praticato dai produttori di apparecchiature elettroniche: la modularizzazione (object orientation). Tale schema concettuale consiste nel generalizzare le attivita` di base di un apparato elettronico, costruire dei microprocessori che realizzino tali funzionalita`, scrivere la logica di comportamento su dispositivi di memoria programmabili (EEPROM), aggiungere periferiche di lavoro specifiche (la tastiera, la porta MIDI, il convertitore D/A, il display LCD, ecc...). Da questo punto di vista si puo`, senza grossa esagerazione, affermare che, nella sostanza, tutti gli apparati elettronici si equivalgono sotto il profilo architetturale, dal microonde, all'antifurto dell'auto, alla playstation, al PC ed al sintetizzatore. I soft synth, partendo da questo principio, sono costituiti da moduli che, a vari stadi, realizzano l'emulazione software dell' hardware dedicato dei sintetizzatori, per cio` che riguarda wavetable, oscillatori, DSP, interfaccia utente; ogni modulo e` associato ad un thread del sistema operativo (ad esempio, ad ogni oscillatore e associato un thread). Cio consente di indicare, a priori, la velocita complessiva del sistema (cioe la velocita con la quale il PC ed il SO riescono a gestire piu threads contemporanei) quale unico vero limite a parametri caratteristici quali la polifonia, il numero max di timbri contemporanei, il numero di effetti e la loro qualita`. Solitamente, almeno fino a qualche anno fa (vd. la serie VSC di Roland), tali prodotti erano essenzialmente strumenti di prototyping, mediante i quali sottoporre a test pre-produzione i synth e gli expander. Oggi, costituiscono una buona alternativa amatoriale e low-cost a molti synth in commercio. Alcuni esistono solo in versione software (vd Gigasampler, Reality, Waz e compagni) e si propongono come ottimi strumenti di ricerca e di didattica nel campo del sound engineering. Un soft synth spesso emula (o pretende di emulare) un synth hardware, riprendendone la tecnica di sintesi e, in certi casi, tentando di ricostruire il comportamento del modello originale.
Sandro Binetti + LucA
7) Cos'è il MIDI?
MIDI e` l'acronimo di Musical Instrument Digital Interface, interfaccia digitale per l'intercambio dati e controlli fra strumenti musicali. E' una _convenzione_ (standard di comunicazione) accolta da _tutti_ i produttori di strumenti musicali che consente il dialogo (trasmissione bidirezionale) di informazioni fra strumenti differenti. Il MIDI nasce nel 1981 su proposta dei titolari della "Sequential Circuit" (mitica mamma della serie Prophet) e viene accolto nel 1982 dai quattro leaders del settore (Roland, Korg, Yamaha, Kawai)... il primo synth dotato di porte midi fu il PROPHET 600.
Significato e Principi: Il midi è un "linguaggio binario" che assegna a determinate locazioni un significato _univoco_ che deve essere accettato dalle aziende produttrici che vogliano definire come MIDI i propri articoli. I parametri fondamentali del linguaggio MIDI sono: a) definizioni UNIVERSALI (identificazione del timbro, volume, panpot, espressione, vibrato, chorus, nota, ottava, durata, pitch wheel, ...) b) definizioni SPECIFICHE (istruzioni di modifica riconosciute da ogni singolo strumento ma ININFLUENTI per gli altri)... detti SYS-EX, ovvero
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messaggi di sistema ESCLUSIVO.
Queste due categorie consentono di avere strumenti che dialogano ma che non perdono la propria identità e versatilità. Un file MIDI è una sorta di "spartito elettronico" che può essere letto "genericamente" da qualsiasi strumento aderente alla convenzione... ma che esprimerà TUTTI i suoi contenuti SOLAMENTE con gli strumenti per i quali è stato realizzato.
7a): che vantaggi puo` ricevere un tastierista dall'uso del MIDI?
Il mondo delle tastiere e quello che, piu di ogni altro, beneficia del protocollo MIDI. Attraverso il MIDI e` possibile pilotare, da una tastiera, i suoni di un'altra tastiera o modulo, cambiarne il programma, modificarne gli effetti e intervenire sui parametri di sintesi.
7b) Che sono i canali MIDI?
Le connessioni MIDI consentono di costruire veri e propri network di tastiere, moduli, effetti, che interagiscono vicendevolmente attraverso le proprie porte MIDI IN OUT THRU. Questa rete di tastiere e` del tutto simile alle reti di computers (tipo quelle con protocollo ARP delle reti ethernet, o quelle basate su TCP/IP). I messaggi midi in uscita dalla porta OUT di uno strumento MIDI contengono l' "indirizzo di rete" (cioe` il canale MIDI) dei dispositivi preposti a gestirlo. Una tastiera che trasmette sul canale MIDI 3 all'interno di un network MIDI, potra` pilotare tutte e solo le tastiere (o moduli) che sono in "ascolto" su quel canale. Tutti i moduli o tastiere che non sono "agganciati" al canale MIDI 3 ignoreranno tali messaggi. In realta il MIDI e un protocollo di rete che lavora in "broadcasting", con uno (o piu`) strumenti MASTER che mandano i messaggi in broadcast sulla rete, uno o piu` strumenti SLAVE che gestiscono tali messaggi, ed altri che li ignorano.
7c) come si usano le porte MIDI IN, OUT e THRU?
La porta MIDI OUT e` quella dalla quale i messaggi midi vengono generati da uno strumento MASTER, ed indirizzati ad uno strumento SLAVE. Uno strumento SLAVE che deve essere pilotato da un altro ricevera` i messaggi MIDI sulla propria porta MIDI IN. La porta MIDI THRU e` una porta che consente il reinstradamento nel network dei messaggi MIDI presenti sulla porta MIDI IN. Supponiamo di voler collegare ad una master keyboard due moduli, uno in ascolto sul can MIDI 1, l'altro sul 2. Una semplice configurazione di rete prevedrebbe di collegare la porta MIDI OUT della master keyboard alla porta MIDI IN di un modulo, e di collegare la porta MIDI IN del secondo modulo alla porta MIDI THRU del primo. I messaggi in broadcast uscenti dalla master keyboard entreranno nel MIDI IN del primo modulo e verranno reinoltrati (re-routed) sulla porta THRU di questo, e messi a disposizione del secondo modulo. Attenzione: sulla porta MIDI OUT sono presenti i soli messaggi gestiti dallo strumento; nell'esempio in questione, sulla porta MIDI OUT del primo modulo sono presenti i soli messaggi gestiti da questo, cioe` i soli messaggi del canale 1. Pertanto, collegando il secondo modulo alla porta MIDI OUT, anziche` a quella MIDI THRU, questo non suonerebbe affatto, perche` riceverebbe solo messaggi per il canale MIDI 1!
7d) Devo usare la porta MIDI OUT o quella THRU?
Se il layer usa un solo canale, ad esempio il canale MIDI 1, puo` porsi un ambiguita` sull'uso della porta OUT o di quella THRU. In effetti, la porta OUT ripropone i messaggi GESTITI dallo strumento. Supponi che il secondo strumento gestisca l'after touch polifonico, ed il primo solo quello di canale: allora il secondo strumento, se collegato alla porta MIDI OUT del primo, riceverebbe l'informazione di after touch di canale, anche se dalla master keyboard esce quella di after touch polifonico! Pertanto, anche per i layer su di un solo canale, e` conveniente utilizzare la porta THRU, per essere certi di far pervenire, senza alterazioni, i giusti messaggi MIDI a tutti gli strumenti.
7e) La mia tastiera non e` dotata di porta MIDI THRU. Che fare?
Solitamente le tastiere o moduli che non siano dotate di porta MIDI THRU consentono, attraverso il firmware dello strumento, di reindirizzare ogni segnale presente sul MIDI IN sulla porta MIDI OUT, realizzando di fatto una porta unica OUT THRU. In caso contrario occorre posizionare in coda al network tale strumento, o dotarsi dì una THRU BOX. Mai usare una "T" autocostruita! Infatti il carico sulle porte diviene eccessivo e le porte potrebbero riconoscere dei segnali falsi.
7f) Cos'e` il MIDI IMPLEMENTATION CHART?
E` una tabella, a corredo di qualunque strumento MIDI, che esprime, in modo visivamente chiaro e dettagliato, quali sono i messaggi MIDI che lo strumento riconosce sulla porta MIDI IN (se utilizzato come slave) e che trasmette sulla porta MIDI OUT (se utilizzato come master). Tale tabella ha un formato standard, cosi` da semplificare al massimo un raffronto fra le implementazioni MIDI di due strumenti che devono interagire.
7g) Cos'e` l'Active Sensing?
L'Active Sensing e` un messaggio MIDI appartenente alla "famiglia" di messaggi real-time. Quando e` abilitato, abbiamo la tastiera master e quella slave costantemente in comunicazione, anche nei momenti di inattivita`. In questo modo i due strumenti possono sempre *sapere* di essere correttamente collegati, anche quando non c'e attivita sulle porte MIDI. Nei momenti di assoluta inattivita` la tastiera master invia la stringa "FE" sulla porta MIDI OUT ogni 0.3 secondi (in realta` un po' meno). La tastiera slave, trascorsi 0.3 secondi di inattivita (in realta un po' di piu`) sulla sua porta MIDI IN, effettua un "all_note_off", chiudendo le eventuali note attive in quel momento. In pratica, quando l'active sensing e` abilitato, entro 0.3 secondi lo strumento slave deve ricevere qualche messaggio midi sulla sua porta MIDI IN, senno` blocca le note attive.
7h) Dove posso trovare ulteriori informazioni sul MIDI?
Esiste un newsgroup italiano sul mondo del MIDI: it.comp.musica.midi dal quale sono state tratte le FAQ che potrai trovare allURL: http://web.tiscalinet.it/enterprise_videotext/itamidi/faq/faq_web.htm
A=?MidiMan & Sandro Binetti
8) Quali sono i principali tipi di sintesi?
I synth si dividono grosso modo in due categorie: analogici e digitali. I primi utilizzano dei circuiti che lavorano sulle tensioni, i secondi invece solo sui numeri e calcoli che vengono poi tradotti in suono da un convertitore D/A.
8a) Gli analogici
Gli analogici utilizzano in gran parte la sintesi sottrattiva, cioè un filtro sempre analogico che nella maggior parte dei casi taglia le frequenza superiori (filtro passabassi o LPF da Low Pass Filter) a un punto detto cutoff e che può enfatizzare la frequenza di taglio con la risonanza. Questa è la sintesi sottrattiva che, essendo un concetto e non una tecnologia, può essere applicato anche ai synth digitali. Dire analogico non significa dire solo sintesi sottrattiva perchè gli analogici più evoluti e i modulari possono produrre anche suoni in modulazione di frequenza, modulazione d'ampiezza e sincronizzare il ciclo della forma d'onda di un oscillatore con quello di un altro. Nei modulari poi hai la possibilità di fare quasi tutto quello che vuoi. Di nuovo queste non sono tecnologie ma concetti e infatti modulazione di frequenza, sync e (in parte) modulazione d'ampiezza possono essere fatti anche (e soprattutto) su synth digitali. Tipico dei synth analogici sono i controlli in tempo reale dei parametri attraverso manopole, interruttori e switch. Sui primi modelli i controlli erano anch'essi analogici, dal Prophet 5 in poi è stato messo un microprocessore che si incaricava di convertire il valore del controllo in dati da memorizzare per creare memorie di patch. Quindi il fatto che ci siano manopole e cursori non indica a priori se si tratti di un synth analogico o digitale. Per informazione oggi tutti i controlli in tempo reale, compresi quelli dei synth analogici più moderni, sono sotto gestione di un microprocessore che permette di salvarne la posizione per memorizzare la patch.
8b) Le tecniche di sintesi
Ricordando che alcune tecniche di sintesi possono essere utilizzate sia da synth analogici e che digitali, queste di seguito sono le più frequenti
- Wavetable: vengono memorizzati dei campiioni in ROM che vengono poi "letti" dal sintetizzatore riproducendo il campione. E' tipico di tutte le workstation e di moltissimi synth digitali. Non è ovviamente una tecnica adattabile all'analogico dove la forma d'onda è prodotta da un oscillatore controllato in tensione. Quando si può modificare il punto di partenza della wavetable e scansire le forme d'onda memorizzate attraverso una sorgenti di modulazione, si ha il caso della serie Microwave di Waldorf ripreso dal PPG Wave. Tale tecnica è stata impiegata anche su Korg Wavestation, Ensoniq Fizmo, Ensoniq serie VFX/SD/TS
- Sintesi sottrattiva: come detto c'è un ffiltro per tagliare frequenze. Quando le frequenze sono in gamma alta si parla di un filtro passabasso (LPF), quando sono nella gamma inferiore il filtro è un passa alti (HPF), quando sono combinati LPF e HPF si arriva al Band Pass Filter che ha due cutoff, uno per le frequenze superiori e uno per quelle inferiori. La versione classica è un filtro, analogico o digitale, passabasso.
- Sintesi additiva: poichè un suono può esssere scomposto in un determinato numero di armoniche secondo il teorema di Fourier, sarebbe possibile ricomporlo sommando diverse armoniche a livelli differenti. Tipico di Kawai serie K5 e K5000, Kurzweil K150 e K150 FS non rintracciabile in Italia, ma anche del DX7. Il concetto di sintesi additiva è generalizzabile anche su tutti i synth con più di un oscillatore: basta usarne due con forme d'onda diverse per avere una rudimentale sintesi additiva.
- Sintesi FM: il principio si basa sulla mmodulazione delle frequenza di un oscillatore usandone un altro con frequenza in campo audio. Usato su tutta la gamma DX, SY77/99/TG77, SY22/TG33, FS1R di Yamaha, ma possibile anche su synth analogici come modulari, Oberheim Matrix 12 e Studio Electronics Omega 8
- Sintesi a distorsione di fase o con waveeshaping: La sintesi in distorsione non lineare o waveshaping ha come principio il passaggio di una forma d'onda X in un distorsore inteso come funzione matematica. Il caso più semplice è un oscillatore con forma d'onda sinusoidale i cui singoli punti che la descrivono vengono elaborati da una shaping function (o transform function) che da origine a un nuovo segnale audio. I due parametri critici per stabilire il tipo di waveshaping sono:
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> uno o più parametri che descrivono la forma d'onda in ingresso > la funzione matematica applicata prima dello stadio di uscita.
Se la funzione matematica è un'equazione lineare come una retta allora il segnale originale e quello d'uscita sono identici e non si verifica nessuna distorsione. In ogni altro caso si ottiene una distorsione sul segnale d'ingresso che dipenderà direttamente dalla funzione. Nel momento in cui la funzione distorcente elabora un segnale, diventa di fondamentale importanza anche l'inviluppo d'ampiezza del segnale originale, per cui per pari punti si ottiene un risultato diverso secondo l'ampiezza con il corollario che ne segue (omissis). Attualmente sono accettati come esempi:
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> Movable Waveshaping > Fractional Waveshaping > Postprocessing e Parameter Estimation
Più nel concreto gli unici due synth riconosciuti impiegare un qualche modello di distorsione non lineare sono Korg serie 01W, con un modulo waveshaping piuttosto spartano, e la distorsione di fase (PD) inventata da Casio per i synth CZ e VZ (iPD), questi ultimi con possibilità maggiori di modulazione. Se di Korg non si conoscono bene le funzioni che ha adottato, di Casio sappiamo che ha applicato la modifica della fase della funzione che controlla la velocità di scan della wavetable che contiene una sinusoide. Se non si interviene sulla fase, la funzione è una semplice retta che lascia il segnale alterato, viceversa si ottiene una retta spezzata con angolo programmabile che porta alla distorsione del segnale (alias velocità di scan alterata) fino a trasformare la sinusoide in una quasi dente di sega. E' da sottolineare che la distorsione non lineare è poco dispendiosa per la CPU ed è uno dei sistemi più efficaci per stravolgere un suono in dominio digitale. Non esiste la controparte analogica (e come potrebbe?)
- Sintesi a modelli fisici: inizialmente cconcepita per emulare strumenti acustici, secondo il concetto che il suono viene sintetizzato secondo il comportamento dell'esecutore, è stata impiegata da Yamaha sulla serie VL. Versioni a minore potenza per gli strumenti acustici si trovano su Korg Prophecy e Z1, Yamaha EX5 e nelle schede che utilizzano SondiusXG. I modelli fisici non sono una vera e propria tecnica, ma piuttosto il tentativo di descrivere con algoritmi il comportamento e la struttura di qualsiasi cosa esistente sulla faccia della terra, considerando il più possibile le variabili in gioco e cercando di avvicinarsi come risultato alle condizioni reali. Altra applicazione dei modelli fisici è l'emulazione dei synth analogici in sottrattiva, tramite algoritmi e CPU più o meno potenti, e si trova sui prodotti Clavia, Waldorf serie Microwave II e Q, Roland JP8000, Korg Prophecy/Z1/MS2000, Yamaha AN1x, Access serie Virus, synth Novation (escluso ?BassStation), Oberheim OB12
Naturalmente questa è una semplificazione piuttosto sommaria e non prende in considerazione la possibilità che un synth utilizzi più tecniche di sintesi combinate tra loro come per Kurzweil per esempio.
LucA
9) Ma il synth emula gli strumenti reali?
La storia del synth è iniziata per imitare gli strumenti reali. L'introduzione del synth al grande pubblico è avvenuta con Carlos e Switched On Bach che fin dall'inizio era stato studiato per imitare un'orchestra sinfonica. Lo stesso Moog si rese conto del potenziale del synth dopo aver ascoltato, estasiato, il risultato del lavoro dei coniugi Carlos. Se il grande pubblico vide il loro lavoro come un traguardo tecnologico per emulare gli strumenti reali, solo pochissimi musicisti furono in grado di intuire l'unicità del synth. Tant'è che all'epoca di Switched On Bach ci fu una rivolta di musicisti classici che temevano per il loro lavoro! Tutta la storia dell'analogico classico è cosparsa di annunci pubblicitari per i migliori ottoni, archi, clavinet etc etc. Se sai programmare molto bene un analogico, conosci le frequenze libere del mix, hai una idea precisa di quello che stai facendo, è possibile riuscire ad imitare con un analogico alcuni timbri, che da soli non assomigliano affatto al modello acustico. Il successo del DX7 si deve proprio alle sue capacità emulative, con string, chitarre etc etc mai così fedeli all'originale rispetto agli analogici. Lo stesso accadde al D50 e all'incredibile M1 di Korg che ruppe definitivamente l'epoca dei suoni che non assomigliano all'originale. Contemporaneamente la qualità dei campionatori cresceva per meglio simulare strumenti acustici. L'ultimo colpo di grazia alla ricerca estenuante dell'imitazione a tutti i costi si deve al VL di Yamaha che, per i professionisti, ha coinciso con una crisi di identità molto importante. Da quel momento, grazie anche alla dance, il synth si è riappropriato di una sua classicità che non gli era mai stata riconosciuta dal grande pubblico, con conseguente esplosione del fenomeno vintage. Il professionista attento, invece, ha sempre saputo che il synth andava usato per quello che faceva e non per imitare altri strumenti. Quelli che lo hanno usato come fonte sonora autonoma sono stati pochi, rispetto alla grande produzione di dischi, e ancor meno il pubblico che apprezzava i synth per il loro suono. Da una parte ci sono le masse che cercavano l'imitazione per fare i propri provini e che muovono il mercato, dall'altra pochissimi capirono subito l'unicità del synth. Oggi, visto che il mercato è dominato in Europa dalla dance, il synth imita sè stesso a favore delle masse... e convive felice con il resto dei ROMpler
LucA